domenica 26 giugno 2011

Insegnamenti sulla Preghiera in Sette Versi (2)- Pema Dam Choe Drön

IL PIANO ASSOLUTO

Nella sezione precedente abbiamo insegnato secondo il punto di vista relativo del Buddhismo Tibetano. Abbiamo detto che la Preghiera in Sette Versi è molto potente e carica di benedizioni ed è rivolta a Guru Padmasambhava e ad altri Buddha. Per queste qualità è conosciuta come “I Sette Versi Indistruttibili” o “I Versi dei Sette Vajra”.
Non è stata composta da qualcuno; é la voce stessa della Vera Natura, Dharmadhatu o Pura Saggezza.
Storicamente la preghiera si è manifestata quando Guru Rinpoche apparve nel loto. Era circondato da infinite Dakini di Saggezza che a Lui cantavano la preghiera.
Numerose sono le storie che celebrano il potere e la virtù della Preghiera in Sette Versi.
Tutti i grandi maestri hanno ricevuto insegnamenti sulla Preghiera in Sette Versi, e tali insegnamenti sono rimasti intatti, senza alcuna variazione, per centinaia di anni fino ad oggi e molti esseri sono diventati illuminati grazie a questa preghiera e alla sua pratica.
Ora procediamo al Livello Assoluto della conoscenza. Perchè pensiamo su due livelli per quanto attiene alla preghiera in Sette Versi?
Non stiamo dividendo la preghiera in due, piuttosto sono le nostre oscurazioni che ci impediscono di vedere o
comprendere la preghiera a un livello più elevato.
E’ per tal motivo che Nagarjuna disse che “per conoscere la Verità Assoluta dobbiamo attraversare il livello della Verità Relativa”. Essa è come la chiave o la porta del Palazzo della Verità Assoluta. Attraverso le spiegazioni al Livello Relativo e successivamente apprendendo il significato al Livello Assoluto, portiamo la preghiera ad un’unico livello di comprensione.
Il significato della HUM all’inizio della preghiera non cambia. E’ ancora la nostra Consapevolezza Innata, chiara e libera da ogni concetto. Ciò vuol dire che ogni nostro pensiero è Consapevolezza Primordiale.
Questa effettiva Natura Primordiale della mente è l’Assoluto Guru Padmasambhava.
E, ne consegue, che per avere una visione e conoscenza Perfetta, dovremmo mantenere le nostre menti in questa Natura Primordiale durante la pratica. Quindi per educare o riconnettere le nostre menti con questa visione, la Preghiera comincia con la sillaba HUM.
Il primo verso comincia con Orgyen che rappresenta il luogo da cui tutti gli insegnamenti segreti o mantra si sono irradiati. Questo luogo è conosciuto come Oddiyana.
Potresti chiederti: “Perché questi insegnamenti o mantra sono segreti?”.
Non che ci sia nulla da nascondere. E’ il livello o capacità della nostra conoscenza che mantiene l’Assoluto come segreto. La nostra ignoranza ci impedisce di vedere la vera Natura Primordiale. Questa Perfetta Natura è il Buddha e l’Assoluto Guru Padmasambhava.
Questo significato di Oddiyana in quanto fonte dei mantra segreti si applica alla nostra mente. La nostra consapevolezza Primordiale è la fonte di questi segreti che sprigionano Saggezza e Realizzazioni: in questo preciso momento, le nostre menti sono la fonte di irraggiamento.
Un’altro significato di Oddiyana è librarsi, volare. Gli esseri che conoscono pienamente questa Vera Natura possono volare e librarsi entro il regno del Dharmakaya, liberi da ostacoli.
Andando avanti nel primo verso, qual’é il significato di “nord-ovest” nella preghiera? Nel Buddhismo Mahayana, il nord-ovest simboleggia il Nirvana, la vacuità. Il nord è libero dai movimenti di ascesa e tramonto del sole e della luna.
L’Ovest è il simbolo del Samsara, dell’oscurità, del tramonto del sole. Questo è il motivo per cui il Buddha mosse sette passi verso l’ovest quando nacque e disse che questa sarebbe stata l’ultima rinascita nel samsara; poi fece sette passi verso nord e disse “In questa vita aprirò le porte del Nirvana”.
L’ultima parola, TSAM, significa confine. Guru Rinpoche era libero da entrambi i confini di Samsara e Nirvana.
La parola PEMA, nel secondo verso, significa libero da oscurazioni, dall’attaccamento e dall’afferrarsi. E’ vuota e luminosa in questa libertà. Questo è lo stato di Kadak – “primordialmente puro”-, puro fin dall’inizio e totalmente aperto.
GESAR è come il pistillo di un fiore. E’ l’aspetto di chiarezza della Vera Natura, la saggezza, la gentilezza amorevole, la compassione e i mezzi abili che si riflettono da questa Vera Natura.
Questo manifestarsi è noto come Gesar. La terza parola, DONGPO significa stelo; esso unisce il loto e il pistillo, Chiarezza e Vacuità.
Esse funzionano in modo differente ma non sono mai separate. In questa pratica della Verità Assoluta centrata su Guru Padmasambhava, non stiamo cercando esternamente; tutto è contenuto all’interno della nostra Natura Primordiale. Questa Natura Primordiale ha due aspetti di Chiarezza -o dei Mezzi Abili- e di Saggezza.
Queste due qualità sono in unione dentro noi stessi. Questa è la Pratica della Suprema Beatitudine della Mahamudra. E’ libera dai dualismi, conosciuta come la Via di Mezzo o Visione Madyamika. E’ l’origine di ogni manifestazione, di tutte le attività. E’ il manifestarsi della Perfezione delle Cinque Saggezze. In quest’ottica, questo è conosciuto come gli insegnamenti del Grande Dzogchen.
Il terzo verso si rivolge agli stati di Realizzazione interiori.
”Come sarebbe meraviglioso ottenere queste Supreme Realizzazioni” esclama la preghiera.
Questa è una visione dello stato interno. Non guardiamo all’esterno la Buddhità, Guru Padmasambhava, Vajrasattva o Samantabhadra. Essi sono tutti all’interno delle nostre menti; questa Natura Primordiale appartiene a tutti questi Buddha. E quindi, il terzo verso canta di quanto sarebbe meraviglioso riconoscere il Guru Padmasambhava dentro noi stessi, la più alta e preziosa Consapevolezza che noi possiamo raggiungere. Questa è la più alta realizzazione di qualsiasi insegnamento. Secondo la tradizione Nyingma ci sono tre lignaggi di Realizzazione.
C’è il Lignaggio della Trasmissione da Mente a Mente.
Ad esempio, Naropa chiese insegnamenti a Tilopa, molte, molte volte. E Tilopa si rifiutò persino di dargli una sola spiegazione. Invece, gli diede le 24 pratiche ascetiche da eseguire. A un certo punto Tilopa afferrò Naropa al collo gridandogli:
”Cosa ti aspetti da me?”. Lo colpi tre volte alla fronte col suo sandalo e, quando Naropa riprese conoscenza, vide chiaramente la sua Vera Natura, il suo stato della Mahamudra.
Questo tipo di insegnamento è noto come Lignaggio di Trasmissione da Mente a Mente.
Senza parole, lo studente viene a conoscenza della verità in quel momento. Questo è il modo di riconoscere la Verità Assoluta: essa è al di là di parole e concezioni.
Il quarto verso proclama il nome di Guru Rinpoche. Una volta che hai riconosciuto questo stato della Consapevolezza Primordiale, libero da concezioni e pensieri dualistici, questa Realizzazione è indicata come Guru Padmasambhava. Puoi scoprire Lui dentro il tuo cuore o stato della mente. Il quinto verso parla delle Dakini, o manifestazioni delle attività di Saggezza che tutto realizzano, libere da oscurazioni e pensieri dualistici. E’ la conoscenza pura e perfetta della Saggezza che significa Yeshe o Kandroma. Una volta realizzato lo Stato Naturale Primordiale si è circondati da infinite Dakini. Ovunque si guardi è il movimento della Natura Primordiale. Ogni attività si irradia da questo stato e diventa il seguito circostante, quasi come i raggi di luce che si irradiano dal sole. Quindi, in questo caso le Dakini sono l’emanazione di saggezza della nostra mente.
Il sesto verso ci dice come seguire le orme del Prezioso Guru.
A livello Assoluto, una volta riconosciuta la Natura Primordiale, fai voto di seguire questa via e di non separartene; ti sei impegnato a seguire le sue orme perché hai riconosciuto l’Assoluto Guru Padmasambhava, non lo stai seguendo ciecamente. Non ti separi dalla visione di lavorare per aiutare tutti gli esseri senzienti.
Il settimo verso implora il Guru di venire con le sue benedizioni. A livello interno, una volta riconosciuto l’Assoluto Guru Padmasambhava, chiediamo le sue benedizioni, non per noi stessi, piuttosto per trasformare tutti i fenomeni esterni nella condizione unica di Guru Padmasambhava. Ci sono molti esseri senzienti che soffrono nell’ignoranza, che va trasformata nella Saggezza Primordiale che anche loro possiedono. Invochiamo l’Assoluto Guru Padmasambhava interiore per rimuovere l’oscurità degli esseri senzienti ed educarli alla Realizzazione che tutti possediamo. Al tempo stesso vogliamo trasformare l’universo nella sua Terra Pura.
Non cerchiamo di creare qualcosa che non esiste qui; vogliamo rivelare qualcosa che è sempre esistito. Questa è la Pratica della Bodhicitta Assoluta e dell’impegno. Questa è la Realtà. Non cerchiamo di creare qualcosa che non esiste. Anche se le nostre oscurazioni ci impediscono di vedere chiaramente, al livello Assoluto tutto è puro.
E’ simile a una persona con deficit visivi. Anche se un uomo con astigmatismo percepisce che ogni cosa attorno a lui è sfocata, non c’è nulla di sbagliato in quegli oggetti. Se correggiamo questa visione gli oggetti appariranno chiari e normali.
La stessa cosa accade con la visione della Terra Pura.
Questo è l’insegnamento della pratica interna della Preghiera dei Sette Versi.
Di solito prima pratichiamo esternamente facendo la visualizzazione di Guru Padmasambhava di fronte a noi; poi invochiamo le sue benedizioni e manteniamo la nostra mente sull’Assoluto Padmasambhava. In questa condizione realizziamo il nostro lavoro quotidiano per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Così facendo completiamo la pratica esterna e interna. Normalmente, la pratica interna accade spontaneamente e senza sforzo, via via che aumentano la devozione e la fede.
Il significato del mantra GURU PADMA SIDDHI HUM è simile al significato a livello relativo.
Rappresenta anche i Tre kaya e riafferma l’assoluto Guru Padmasambhava con la sillaba HUM.

(Raffaele Phuntsog Wangdu & Salvatore Tondrup Wangchuk)

Insegnamenti sulla Preghiera in Sette Versi (1)- Pema Dam Choe Drön

IL PIANO RELATIVO
La Preghiera in Sette Versi è una preghiera potente e carica di benedizioni che è recitata per Guru Rinpoche e anche per altri Buddha. Poiché ha queste qualità è conosciuta come “I Sette Versi Indistruttibili” o “I Sette Versi del Vajra”.
La storia della Preghiera in Sette Versi è molto ricca.
Cominciamo con la domanda: “Chi é Guru Padmasambhava?”. E’ un essere pienamente Illuminato la cui esistenza fu predetta dal Buddha Shakyamuni. Come essere totalmente illuminato, appare in vari reami e forme. Nel reame del Dharmakaya appare come Buddha Samantabhadra e nel Sambhogakaya come Vajradara o Vajrasattva. Nella Terra Pura del Nirmanakaya è conosciuto come Shakyamuni o Guru Padmasambhava.
Questo perché Guru Rinpoche è illuminato in entrambi gli aspetti - il relativo e l’assoluto - per cui é visto come totalmente Illuminato.
La preghiera stessa ha significati sui livelli esterno, interno e segreto. Questi livelli possono riassumersi nell’assoluto e nel relativo. Ma quale è il reale significato di verità relativa e assoluta? Il livello relativo è la percezione della nostra visione soggettiva. Nulla cambia o va al di là dei nostri sei sensi. Ciò che sperimentiamo o percepiamo attraverso questi sensi è il livello di verità relativa. Significa anche che ciò che percepiamo non va oltre la nostra immaginazione o concezione. Ciò che tu vedi, io vedo. Ciò che tu ascolti, io ascolto.
E’ il terreno comune che condividiamo. Se c’é un bicchiere rotto davanti a me, anche tu vedi che é rotto. Non è necessario usare un linguaggio speciale o un filo logico per trasmettere questa informazione; il livello relativo è condiviso e semplice. La seconda condizione – l’assoluto - é nota nella filosofia buddhista come Verità Assoluta.
Questo livello è completamente al di là della nostra concezione o dell’ambito della nostra immaginazione. Per avere una conoscenza dell’Assoluto, dobbiamo impiegare svariati insegnamenti e forme di ragionamento. Questo può essere utile a darci un barlume, ma siamo ancora limitati nella nostra conoscenza. Continuiamo a passare il tempo con la nostra immaginazione e con i nostri pensieri limitati. Questo pensiero limitato non può giudicare o percepire l’esperienza sconfinata o verità senza limiti.
Nella condizione presente, la nostra percezione é piena di giudizi ed è completamente controllata. In questo stato relativo non possiamo conoscere lo stato assoluto. Siamo venuti a conoscenza della Grande Equanimità, la Verità Assoluta.
Questa è una condizione in cui ogni cosa è uguale, permanente e impermanente, buona o cattiva, alta o bassa, tutto è uguale. Tutto è nell’ambito di un grande stato di equanimità. Anche se abbiamo ascoltato ciò molte volte, é difficile coglierne il significato perchè rimaniamo in questo territorio di conflitto e giudizio.
Garab Dorje, un illustre maestro Dzogchen, spiegò che é veramente difficile conoscere questa Grande Equanimità con i nostri pensieri oscuranti. Essi sono basati sulla nostre vedute ed esperienze totalmente limitate. E’ simile a molti frammenti, tutti messi assieme che non possono comprendere pienamente questo Assoluto.
Questa conoscenza limitata non può misurare o percepire la totalità della Verità assoluta. Perché abbiamo una mentalità che non può percepire la vastità della Pura Natura? Perché la nostra visione é così frammentata? Ovunque guardi la nostra mente, ovunque ci focalizziamo, è lì tutto quello che vediamo. Non vediamo qualcos’altro al tempo stesso. Quando guardiamo ad est, non vediamo l’ovest, il nord o il sud. Quando guardiamo avanti, non vediamo dietro di noi, quando guardiamo su non vediamo giù. Questa è la modalità di percepire per frammenti della nostra mente.
D’altro canto, i Buddha - gli Esseri totalmente Illuminati - hanno pensieri che sono pienamente realizzati. Possono vedere ogni cosa chiaramente e perfettamente. Ciò perché i Buddha possono vedere i tre tempi in un unico tempo. Ma come, puoi chiederti, può una persona percepire i tre tempi, passato, presente e futuro in un istante?
Noi possiamo avere dei dubbi da un punto di vista relativo. Il Buddha può anche percepire le dieci direzioni nello stesso istante. Come può vedere in tutte le direzioni spontaneamente senza oscuramenti? Questo perché in questa condizione si dice sia andato oltre noi.
E’ anche difficile comprendere molti aspetti della visione del Vajrayana, i più alti insegnamenti del Buddha Shakyamuni. Per esempio, il Vajrayana spiega che ogni cosa e ogni essere é in una condizione totalmente illuminata. Il mondo esterno è una Terra Pura e tutti i suoi esseri sono pienamente Risvegliati. Salvo che non siate esseri con alte capacità, ciò é difficile da comprendere. Forse mentre stiamo meditando riusciamo ad avere una qualche conoscenza di queste verità,ma nel post– meditazione la nostra modalità abituale di vedere il mondo, entra rapidamente in gioco, bloccando la nostra comprensione.
Quindi, ora voglio dirvi che é importante comprendere che ci sono molte altre cose che esistono al di là di quello che possiamo vedere ora. Ci sono molte cose da vedere e conoscere fino a che non raggiungiamo l’Illuminazione. Per esempio, se usiamo una torcia elettrica di notte, possiamo vedere fin dove giunge la luce. Ciò non significa che nulla esista al di là della luce. Similmente ci sono molte cose da sviluppare e conseguire al di là di ciò che noi vediamo ora. Ora procedo nell’insegnamento della Preghiera in Sette Versi nei termini del relativo e dell’assoluto.
E’ semplice da comprendere la traduzione della preghiera a un livello relativo. E, con tutto ciò, anche al livello
relativo, la prima sillaba, HUM, è la parola del Vajrayana e della Vera Natura. E’ una parola molto potente al livello segreto. Anche sul livello relativo potresti non comprendere questa parola, per cui merita aggiungere qualche spiegazione. La sillaba rappresenta la nostra Pura Consapevolezza o la nostra Saggia Consapevolezza auto originata. Ogni essere senziente ha questa consapevolezza, questa natura. Questa consapevolezza è totalmente identificata con la nostra mente attuale. Questa consapevolezza auto originata è totalmente pura da un tempo senza inizio e in questo aspetto è nota come lo Stato della Grande Vacuità. Questa Vacuità non è un buco nero, non è semplicemente vuoto, piuttosto contiene luminosità o chiarezza che sorgono spontaneamente. Questa chiara luce è sempre in unione con la vacuità come un’unica natura. A un livello relativo possiamo comprendere che questo è il cuore dello stato di realizzazione di Guru Padmasambhava.
Al livello Assoluto questa natura é contenuta entro la natura personale.
Quindi, Guru Padmasambhava non é all’esterno di noi stessi, egli è la nostra Consapevolezza auto originata.
Mi riprometto di parlare ulteriormente del livello relativo della Preghiera in Sette Versi, ma tenete a mente che anche se preghiamo a un livello relativo, dobbiamo mantenere la nostra mente in uno stato perfettamente puro di consapevolezza - lo stato assoluto di Guru Padmasambhava -.
Questa conoscenza dell’Assoluto tramite Guru Rinpoche ha anche un altro aspetto.
Nel sistema Vajrayana il Lama ha una autorevolezza speciale. Il Lama rappresenta tutti i Buddha delle dieci direzioni, dei Tre Tempi e i Tre Gioielli. Quindi, conoscere la natura del Lama é conoscere la natura di ogni cosa. Lama è una parola tibetana e significa Guru.
Focalizziamo nuovamente la nostra attenzione sulla sillaba HUM.
In realtà, la sillaba tibetana si compone di cinque parti che rappresentano cinque differenti saggezze: al centro della sillaba compare la lettera HA, a seguire ci sono la AH e la OO – che si esprime come il suono di una lunga U – ed infine appaiono una semiluna ed un cerchio.
Le cinque saggezze simbolizzate sono le seguenti: Saggezza del Dharmadatu, Saggezza simile allo Specchio, Saggezza che Tutto Realizza, Saggezza della Grande Equanimità, Saggezza della Consapevolezza Discriminante. Tramite queste cinque saggezze si può ottenere l’Illuminazione.
Tutti possediamo queste Cinque saggezze nella nostra Consapevolezza Intrinseca, anche se esse possono non essere attive. In breve, nel momento in cui cantiamo la sillaba HUM, essa ci rammenta e ripristina la conoscenza dello Stato della Pura Natura della nostra consapevolezza. Per quanto riguarda i rimanenti versi della preghiera, essi non sono difficili da comprendere a un livello relativo o esterno.
Il primo verso ci dice dove nacque Guru Padmasambhava: al confine nord-ovest dell’Oddiyana. In realtà, nel sistema cosmologico Bhuddhista, l’area dove il Buddha Shakyamuni ottenne l’illuminazione a Bodhgaya é considerato un luogo fondamentale. Guru Rinpoche nacque nella parte nord dell’Oddiyana. L’antico paese dell’Oddiyana é diventato abbastanza famoso grazie a molti insegnamenti del Vajrayana. Molti di questi insegnamenti apparvero qui e, quindi, questo posto é conosciuto come Terra Segreta delle Dakini.
Il cuore dell’Oddiyana è chiamato Dhummatala ed è considerato un luogo molto potente.
La parola tibetana per Oddiyana è Orgyen. E’ anche considerata una variante dialettale di una parola sanscrita.
Khenpo Rinpoche ci offre un piccolo esempio di come la parola possa mutare. In inglese tu dici “milk”, mentre in India, quando loro parlano in inglese, la parola è pronunciata “millik”. Quando un Nepalese o un Indu parla in questo modo è convinto di parlare in Inglese! Giammai penseranno di parlare in nepalese o indù. Similmente i Tibetani pensano di parlare in sanscrito quando dicono Orgyen.
Il secondo verso ci dice come si manifestò Guru Rinpoche. Sebbene non abbia avuto genitori, il verso ci parla della sua unica forma di nascita:al centro di un loto. Questo é il motivo per cui la sua nascita è considerata miracolosa. La sua fu una comparsa improvvisa più che una crescita nel loto, il loto non fu usato come un utero. Tra i Quattro modi di nascere, Guru Rinpoche sperimentò la nascita miracolosa; gli altri sono la nascita dall’uovo, nell’umido e nell’utero. Il terzo verso della preghiera rivela la Realizzazione di Guru Padmasambhava. Se aveva ottenuto questa nascita miracolosa al centro del loto, quali realizzazioni e qualità possedeva? Questo verso parla delle Supreme Realizzazioni. Egli è totalmente libero dalle due oscurazioni ed è la diretta emanazione dei tre kaya dei Buddha. Quindi, é pari al Buddha Vajradhara, Shakyamuni, Samantabahdra e Amitabha.
Ricapitolando, il primo verso parla del luogo di nascita, il secondo descrive le modalità della sua nascita e il terzo celebra le sue numerose realizzazioni.
Chi è questo essere miracoloso e qual è il nome con cui è conosciuto? Il quarto verso ci dice che è acclamato
come Guru Padmasambhava in tutte le Terre Pure. In realtà ha altri nomi dall’identico significato. In tibetano é
chiamato Pema Jugne, in sanscrito Pema Kara, che significa “sorgente della fioritura” o “essenza della natura del loto”.
Il quinto verso loda il suo seguito di studenti. E’ anche noto come “Signore delle Dakini” o “Fratello delle Dakini”. In tal senso il suo seguito o Sangha si considera costituito da grandi Vidyadara. Vidyadara é una parola sanscrita che indica coloro che possiedono la Saggezza della Perfetta Consapevolezza, o coloro che mantengono un perfetto stato di consapevolezza in tutte le attività a beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Guru Rinpoche é circondato da centinaia e centinaia di queste Dakini di Saggezza femminili e Vidyadara maschili.
Dakini é una parola sanscrita che letteralmente significa “che camminano (appaiono) nel cielo” o “camminano (appaiono) nello spazio”. Il significato più profondo di Dakini é “colei che conosce perfettamente la natura del Dharmadhatu” o “la Natura Primordiale Assoluta”. Si può anche dire che la Saggezza della Perfetta Consapevolezza appare nello Stato della Pura Vastità del Dharmadhatu libero da ostacoli. Quindi, se hai raggiunto questo livello di consapevolezza, puoi muoverti nel cielo; puoi dimorare nella Grande Equanimità.
I versi da uno a cinque descrivono Guru Rinpoche come l’oggetto di Rifugio. Il sesto verso indica lo studente, ogni individuo, che segue il Guru o prende Rifugio in Lui.
Questo verso è anche l’essenza della Bodhicitta così come della pratica del Rifugio. Non solo esprime la vostra fiducia nel seguire le orme del Guru, essa indica anche che desiderate seguire le sue orme nel Pensiero dell’Illuminazione.
Quali qualità possiede Guru Rinpoche?
Egli possiede Compassione Illimitata, Saggezza Infinita e Infinita Gentilezza Amorevole per tutti gli esseri senzienti.
Quindi, generiamo l’aspirazione a seguirlo secondo le capacità che possiediamo per aiutare gli esseri senzienti.
E così, Rifugio e Bodhicitta sono esposti nel sesto verso. Quando prendi Rifugio nel Guru, stai prendendo Rifugio nelle Tre Radici: la Radice delle Benedizioni -o il Guru -, la Radice delle Realizzazioni -che sono le Divinità- e la Radice dell’Azione o Attività - che sono le Dakini-. Quando prendi Rifugio in Guru Padmasambhava, egli è il Guru. Il suo Stato di Realizzazione è noto come la Divinità che è circondata da molte Dakini. Quindi, secondo il sistema Vajrayana, stai prendendo Rifugio anche nelle Tre Radici.
Infine, secondo i Sutra del Mahayana o del Buddhismo generale, Guru Padmasambhava é conosciuto come “I Tre Gioielli”. Il suo corpo è il Sangha, la Sua Parola è il Dharma e la Sua Realizzazione, o mente, è il Buddha.
Il settimo verso parla delle benedizioni del Guru. Hai preso Rifugio e Bodhicitta nell’Oggetto del Rifugio, il Prezioso Guru.
Quali risultati stai cercando?
E’ l’ Illuminazione o la Buddhità che stai cercando tramite il supporto e la benevolenza del Guru. Noi abbiamo la Natura di Buddha. La questione è rivelare queste qualità attraverso la pratica e le benedizioni del Guru. Significa anche che stiamo chiedendo il suo aiuto nell’ottenere le stesse qualità che Egli possiede.
Vogliamo modellarci o fonderci perfettamente con le Sue qualità. L’ultima parte del settimo verso, CHEG SU SOL, si riferisce alla parola sanscrita Sugata. In inglese, è talvolta tradotta come “venire”; il reale significato è “pregare per la Realizzazione”; significa anche “il totalmente Illuminato” o “Gata”. Quindi andato, quindi andato.
Così noi stiamo chiedendo o implorando: “Vieni Illuminazione! Vieni Buddhità!”.
Non vogliamo la Buddhità lontano da noi. Non la vogliamo in un tempo futuro ma giusto qui ed ora; questa è la realizzazione della preghiera a questo livello.
Dopo abbiamo il GURU PEMA SIDDHI HUM che è il mantra di Guru Padmasambhava. Nell’essenza rappresenta I Tre Kaya.
GURU é la parola sanscrita che significa il più grande, il più elevato. Questo è il Buddha del Dharmakaya, il più alto e l’incommensurabile, quindi il più importante. Il significato in sanscrito di PADMA è amorevole, perfetto, libero da macchie e oscurazioni. E’ anche il Buddha del Sambhogakaya, l’Aspetto del Buddha o Rupakaya. Presenta segni maggiori e minori che simboleggiano bellezza, libertà da oscuramenti, pienamente arricchito da tutte le qualità dell’Illuminazione. E’ anche conosciuto come il “Buddha delle considerevoli ricchezze”. SIDDHI indica “Colui che ha portato a termine azioni e attività per aiutare gli esseri senzienti”.
Questo è il Buddha del Nirmanakaya. HUM ha lo stesso significato dell’inizio della preghiera.
I Tre Kaya non sono nient’altro che la nostra Saggezza Primordiale. Per comprendere la nostra Consapevolezza inoltre, è necessario comprendere perfettamente i Tre Kaya. Quindi, la preghiera termina con HUM per confermare la Perfetta Realizzazione della Consapevolezza Innata dei Tre Kaya.

Mahamudra Upadesha - Tradotto da Chokyi Lodro (Marpa il Traduttore)

Istruzioni orali sulla Mahamudra date da Sri Tilopa a Naropa sulle rive del fiume Gange.
Tradotto dal sanscrito al tibetano da Chokyi Lodro (Chos kyi bLo gros) Marpa il Traduttore. 

Omaggio alla Saggezza Co-emergente! [1]
La Mahamudra non può essere mostrata;
Ma per te, che sei dedito al guru, che hai
padroneggiato le pratiche ascetiche
E sei paziente nella sofferenza, intelligente Naropa,
Prendi ciò a cuore, mio fortunato discepolo.

Kye-ho! [2]

Guarda la natura del mondo
Impermanente come un miraggio o un sogno;
Anche il miraggio o il sogno non esiste.
Quindi, sviluppa la rinunzia e abbandona le attività
mondane.
Rinuncia ai servi e ai parenti, causa di passione
e aggressività.
Medita da solo nella foresta, negli eremi, in posti solitari.
Rimani nello stato di non-meditazione.
Se ottieni il non-ottenimento, allora hai ottenuto la mahamudra.
Il dharma[3]  del samsara è di poco valore, causa passione e
aggressività.


[1] La saggezza primordiale, nata simultaneamente all'ignoranza, nel modo stesso in cui nirvana e samsara sono venuti
in esistenza simultaneamente.
[2] Presta attenzione! Ascolta!
[3] Qui sta per legge, modello, sentiero.


Le cose che abbiamo creato non hanno sostanza; quindi,
cerca la sostanza dell'ultimo.
Il dharma della mente non può vedere il significato
della mente trascendente.
Il dharma dell'azione non può scoprire il significato
della non-azione.
Se tu volessi ottenere la realizzazione della mente trascendente
e della non-azione,
Allora taglia la radice della mente e lascia che la coscienza
rimanga nuda.
Lascia schiarire le acque inquinate delle attività mentali.
Non cercare di fermare le proiezioni, ma lasciale venire
a riposare da sole.
Se non c'è repulsione o assenso, allora sei
liberato nella mahamudra.
Quando a un albero crescono foglie e rami,
Se tagli le radici, le molte foglie e i rami appassiscono.
Allo stesso modo, se tagli la radice della mente,
Le svariate attività mentali si calmeranno.
L'oscurità che è stata accumulata in migliaia di kalpa [1]
Una sola torcia la disperderà.
Allo stesso modo, un momento di esperienza di mente luminosa
Dissolverà il velo delle impurità karmiche.
Uomini di minore intelligenza che non potete afferrare ciò,
Concentrate la vostra consapevolezza e focalizzatevi sul respiro.
Tramite diverse pratiche di fissazione e concentrazione,
Disciplinate la vostra mente fino a che riposi naturalmente.
Se percepisci lo spazio,
Le idee fisse del centro e del bordo si dissolvono.
Nello stesso modo, se la mente percepisce la mente,
Tutte le attività mentali cesseranno, rimarrai in uno
stato di non pensiero,
E realizzerai il supremo bodhi-citta [2]
I vapori che sorgono dalla terra diventano nuvole e poi
svaniscono nel cielo;

                                               


[1] Eoni.
[2] Mente risvegliata.


 
Non si sa dove vadano le nuvole quando si
sono dissolte.
Allo stesso modo, le onde dei pensieri derivate dalla mente
Si dissolvono quando la mente percepisce la mente.
Lo spazio non ha colore né forma;
È immutevole, non è velato dal nero o dal bianco.
Allo stesso modo, la mente luminosa non ha colore né forma;
Non è velata dal nero o dal bianco, virtù o vizio.
La pura e brillante essenza del sole
Non può essere offuscata dall'oscurità che dura un
migliaio di kalpa.
Allo stesso modo, la luminosa essenza della mente
Non può essere offuscata dai lunghi kalpa del samsara.
Benché si possa dire che lo spazio è vuoto,
Lo spazio non può essere descritto.
Allo stesso modo, benché si possa dire che la mente è luminosa,
Nominarla non prova che esista.
Lo spazio è completamente senza posizione.
Allo stesso modo, la mente della mahamudra non dimora 111 alcun
luogo.
Senza cambiamenti, riposa libero nello stato primordiale;
Non c'è dubbio che i tuoi legami si scioglieranno.
L'essenza della mente è come lo spazio;
Quindi, non c'è nulla che non racchiuda.
Lascia che i movimenti del corpo si calmino nella schiettezza,
Cessa la tua vana chiacchiera, lascia diventare un'eco la tua parola,
Non avere opinioni, ma vedi il dharma del cambiamento.
Il corpo, come un bambù cavo, non ha sostanza.
La mente è come l'essenza dello spazio, non hli posto per
. ..
l pensieri.
Lascia libera la tua mente, non trattenerla né permettile
di vagare.
Se la mente non ha scopi, è mahamudra.
Portare a compimento ciò è l'ottenimento della suprema
illuminazione.
La natura della mente è luminosa, senza oggetto di percezione.
Scoprirai il sentiero del buddha quando non c'è
sentiero di meditazione.
Meditando sulla non meditazione otterrai la suprema bodhi.[1]
Questo è il re delle opinioni - trascende fissare e tenere.[2]
Questo è il re delle meditazioni - senza la mente che vaga.
Questo è il re delle azioni - senza sforzo.
Quando non c'è speranza e paura, hai realizzato la meta.
L'alaya [3] non-nato è senza abitudini e veli.
Riposa la mente nell'essenza non-nata; non far distinzioni
tra meditazione e post-meditazione.
Quando le proiezioni esauriscono il dharma della mente,
Si ottiene il re delle opinioni, libero da ogni limitazione.
Sconfinato e profondo è il supremo re delle meditazioni.
L'auto-esistenza senza sforzi è il supremo re delle azioni.
L'auto-esistenza senza speranza è il supremo re della fruizione.
All'inizio la mente è come un fiume turbolento.
Nel mezzo è come il fiume Gange, ondeggia lentamente.
Alla fine è come la confluenza di tutti i fiumi, come
l'incontro del figlio con la madre.
I seguaci del Tantra, della Prajnaparamita,
Del Vinaya,[4] dei Sutra e delle altre religioni
Tutti costoro, con i loro testi e dogmi filosofici,
Non vedranno la luminosa mahamudra.
Non avendo opinioni, senza desideri,
Autocalmata, autoesistente
È come un'onda d'acqua.
La luminosità è velata solo dal sorgere del desiderio.
II vero voto del samaya [5] è rotto dal pensare in termini di
precetti.
Se tu né dimori e percepisci, né ti allontani dall'ultimo,








[1] Lo stato risvegliato.
[2] Tenere: tenersi attaccati alle proiezioni. Fissare: credere nell'esistenza di
un proiettore.
[3] Il dbarmadhatu, lo stato primordiale al di là dell'essere e del non essere.
[4] Le scritture contenenti le regole di disciplina hinayana.
[5] I voti tantrici di disciplina.


Allora sei il santo praticante, la torcia che illumina
l' oscurità.
Se sei senza desiderio, se non dimori negli estremi,
Vedrai il dharma di tutti gli insegnamenti.
Se ti impegni in questo sforzo, ti libererai
dalla prigionia samsarica.
Se mediti in questo modo, brucerai il velo
delle impurità del karma.
Quindi sarai conosciuto come "la Torcia della Dottrina".
Anche la gente ignorante che non è dedita a questo insegnamento
Potrà essere da te salvata dal costante annegare nel fiume
del samsara.
È un peccato che gli esseri sopportino tale sofferenza
nei regni più bassi.
Coloro che vorranno liberarsi dalla sofferenza dovranno
cercare un saggio guru.
Essendo posseduti dall'adhishthana,[1] la propria mente sarà liberata.
Se cerchi una karma mudra [2] allora sorgerà la saggezza
dell'unione della gioia con la vacuità.
L'unione di mezzi abili con la conoscenza
porta beatitudine.
Conducila giù e dai origine al mandala.
Assegnalo ai giusti posti e distribuiscilo per tutto il corpo.
Se non è coinvolto il desiderio, allora sorgerà l'unione
della gioia e della vacuità.
Guadagna una lunga vita, senza capelli bianchi, e crescerai
come la luna.
Divieni radiante e la tua forza sarà perfetta.
Avendo ottenuto rapidamente le siddhi [3] relative,
si dovrebbero cercare le siddhi assolute.
Possano queste concise istruzioni nella mahamudra rimanere
nei cuori degli esseri fortunati.


[1] Benedizioni, l'atmosfera creata dal guru.
[2] La propria consorte nella pratica del terzo abhisheka, la terza iniziazione.
[3] Poteri miracolosi.

giovedì 23 giugno 2011

Om Ah Hum - Significato

Le sillabe OM AH HUM  formano uno dei mantra principali della cultura tibetana. Ogni sillaba del mantra ha un significato esteriore, un significato interiore e un significato "segreto".
OM rappresenta il corpo e le benedizioni trasformatrici del corpo di tutti i Buddha. Esternamente OM purifica tutti gli atti negativi commessi attraverso il corpo. OM è inoltre l’essenza della forma e purifica tutte le percezioni ed internamente purifica i canali sottili.
Il corpo è la struttura fisica dell’individuo costituita dai cinque elementi grossolani e, animato dalla forza vitale, è il supporto della mente. Esso delimita l’interiorità nei confronti del mondo esterno: è la porta dei cinque sensi ed è il prodotto del karma precedente. Il corpo umano è oggetto di rinuncia e di disgusto perché serve da supporto all’attaccamento, ma è anche definito prezioso perché permette di praticare il Dharma ed è il veicolo adatto a raggiungere l’Illuminazione. Per questo bisogna averne cura e mantenerlo in buono stato, senza con ciò affezionarvisi o attaccarsi alla sua apparenza.

AH rappresenta il parlare e le benedizioni trasformatrici del parlare di tutti i Buddha. Esternamente AH purifica tutti gli atti negativi commessi attraverso la parola. AH è inoltre l’essenza del suono e purifica tutti i suoni. Internamente questa sillaba omhahumpurifica il vento interno o flusso di energia.
La parola permette la capacità di esprimersi e di capirsi con un linguaggio articolato, ma designa anche il sistema formato dalla respirazione e dai venti sottili che percorrono il corpo e veicolano l’energia. Connessione tra mente e corpo, la parola è elemento centrale del Dharma in quanto è il supporto della comunicazione orale del Dharma e il controllo della parola e del respiro favoriscono il controllo della mente nella meditazione. Inoltre il recitare i mantra purifica la parola (dissolve le impurità legate a cattive abitudini di parola), ripulisce i canali sottili, elimina i veleni della mente, purifica le malattie del corpo e nutre le gocce di energia sottile di Illuminazione dell’individuo (bodhicitta).

HUM rappresenta la mente e le benedizioni trasformatrici della mente di tutti i Buddha. Esternamente HUM purifica tutti gli atti negativi commessi attraverso il pensiero. HUM è inoltre l’essenza della mente e purifica la mente con i suoi pensieri e le sue emozioni. Internamente purifica l’essenza creativa.
La mente, sottile, impalpabile, invisibile, inudibile e inafferrabile comprende l’insieme delle coscienze e dei fattori mentali che le accompagnano. È la mente a creare il karma e la confusione. Essa dirige contemporaneamente corpo e parola. Se non controllata produce sofferenza e l’errare nel samara, ma se domata conduce alla liberazione facendo luogo progressivamente alla chiara luce della Base (ossia la natura di buddha) primordialmente pura.
Quindi, purificando il corpo, la parola e la mente, OM HA HUM conferisce la benedizione del corpo, del parlare e della mente dei Buddha.
Inoltre, recitando questo mantra ciascuno purifica l'ambiente esterno e tutti gli esseri presenti, incluso se stesso.


martedì 21 giugno 2011

Om Mani Padme Hum - Significati

Questo è il mantra di Avalokiteshvara, il mantra più recitato e conosciuto anche dai non buddhisti. Può essere recitato per lunghi periodi di tempo, sgranando il mala, il rosario buddhista, durante la vita comune o la meditazione.
Om Mani Padme Hum viene recitato per ottenere la liberazione, quindi la pace e la libertà dalle sofferenze, e si dice che sia così potente che anche un animale sentendolo otterrà una rinascita umana e quindi la possibilità di conoscere il dharma e raggiungere l'illuminazione. Il mantra non ha un significato letterale come frase compiuta, bensì hanno significato le sei sillabe che lo compongono.
Om è composta da tre lettere: A, U e M. Queste simbolizzano il corpo, la parola e la mente impuri del praticante all'inizio del suo sentiero verso la liberazione. Alla fine del sentiero, simbolizzano il corpo, la parola e la mente puri di un Buddha.
Quindi, al tempo stesso, Om indica la possibilità che vi sia una trasformazione dall'impurità alla purezza: il sentiero della liberazione.
Mani, due sillabe, significa "gioiello", simbolizza la bodhicitta, cioè l'intenzione altruista di raggiungere l'illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Padme, due sillabe, significa "loto", simbolizza la saggezza, la conoscenza. La comprensione dell'impermanenza, della vacuità, dell'interdipendenza, la conoscenza che recide ogni illusione e offuscamento. Mani Padme è anche l'epiteto di Avallokitesvara.
Hum chiude il mantra nella perfezione, come pure anche molti mantra, e significa " concedi" la mente onniscente e le realizzazioni, e simbolizza l'indivisibilità di metodo e conoscenza, di compassione e saggezza.
Le sei sillabe del mantra significano che con la pratica di un sentiero che sia l'unione di metodo e saggezza è possibile trasformare corpo, parola e mente impuri nel corpo, nella parola e nella mente puri di un Buddha. La Buddhità, la natura del Buddha, è all'interno di ciascuno di noi così come è all'interno del mantra Om Mani Padme Hum.
La frase intera ha anche il significato di : " O gioiello sul fior di loto, concedimi tutte le realizzazioni" oppure " Concedimi l'ispirazione per ottenere l'unione di metodo e saggezza".
Il mantra può assumere altri significati in contesti diversi. Ad esempio, recitato durante il bardo, cioè durante la fase successiva alla morte e precedente alla reincarnazione, è lo strumento per evitare di ricadere nel ciclo di rinascite del samsara: "Om" chiude la porta della rinascita fra gli dei, "Ma" quella fra le Asura, divinità gelose, "ni" quella fra gli uomini, "Pad" quella fra gli animali, "me" quello fra i preta, spiriti insaziabili, e "Hum" quella negli inferi.
L'insegnamento spiega che ciascuna delle sei sillabe del Mantra - OM MA NI PAD ME HUM - ha un effetto specifico e potente nel determinare la trasformazione dei vari livelli del nostro essere. Le sei sillabe purificano completamente le sei emozioni negative che sono manifestazioni dell'ignoranza e che inducono a comportamenti negativi nei confronti del nostro corpo, in modo orale e mentale, creando così il Samsara (ciclo delle rinascite) e la nostra sofferenza. Orgoglio, gelosia, desiderio, ignoranza, cupidigia e rabbia sono trasformati con il Mantra nella loro vera natura; la saggezza delle sei famiglie di Buddha si manifesta nella mente illuminata.
Così quando recitiamo l' OM MA NI PAD ME HUM le sei emozioni negative che sono la causa dei sei regni del Samsara, sono purificate. Le sei sillabe impediscono la rinascita in ognuno dei sei regni e attenuano la sofferenza inerente ad ogni regno. Allo stesso tempo recitando l' OM MANI PADME HUM si purificano completamente i complessi dell'ego e si perfezionano i sei generi di azioni trascendentali del cuore e della mente illuminata: generosità, armonia, comportamento, resistenza, entusiasmo, concentrazione/comprensione. OM MANI PADME HUM è detto anche "enorme protezione dagli influssi negativi e dalle varie forme di malattia". In tibetano è pronunciato OM MA NI PAD ME HUNG. Comprende la compassione e la benedizione di tutti i Buddha e Bodhisattva ed invoca particolarmente la benedizione di Avaloketeshvara, .il Buddha della Compassione. Avaloketeshvara è una manifestazione del Buddha nel Sambhogakaya ed il suo Mantra è considerato l'essenza del Buddha della Compassione per tutti gli esseri. Se Padmasambhava è il Maestro più importante per i tibetani è anche vero che Avaloketeshvara è il loro Buddha più importante ed è la divinità protettrice del Karma del Tibet. C'è un detto famoso: il Buddha della Compassione è talmente presente nella mentalità tibetana che ogni bambino in grado di pronunciare la parola "mamma" può anche recitare l' OM MANI PADME HUNG.
Anche la sola recitazione saltuaria del mantra può aiutarci ad essere più tranquilli e di cuore aperto, perchè Avalokitesvara e il suo mantra sono la manifestazione della compassione. Le persone anziane in Tibet erano solite recitare questo mantra alla fine della loro giornata e di solito si proponevano di recitarlo sei miliardi di volte prima di morire. Quando arrivavano al miliardo di mantra, ad alcune persone spuntavano nuovi denti che chiamavano appunto i denti del miliardo. IL potere dei mantra non è tangibile, è come l'elettricità: possiamo osservarne la realtà solo nei suoi effetti.
Il mantra scritto più volte su strisce di carta è introdotto nelle cavità di "ruote", o mulini di preghiera (Manichorkor), che sono girati a mano o dall'acqua. Le ruote di preghiera sono usate dai tibetani per purificare se stessi, ed il mondo, dal karma negativo accumulato, in base alla convinzione che il mettere in movimento il mantra scritto produce gli stessi benefici effetti del pronunciarlo.

Si racconta che molti anni fa mille prìncipi fecero voto di diventare Buddha. Uno solo riuscì a raggiungere l'illuminazione e divenne il Buddha che noi conosciamo come Gautama Siddharta. Avaloketeshvara tuttavia fece voto di non entrare nel Nirvana fino a quando tutti gli altri prìncipi non fossero diventati loro stessi dei Buddha. Nella sua infinita compassione fece anche voto di liberare tutti gli altri esseri senzienti dalla sofferenza dei vari regni del Samsara. Prima di ciò il Buddha pregò: "Possa aiutare tutti gli esseri ma se mi dovessi stancare di questo enorme lavoro il mio corpo dovrà essere frantumato in mille pezzi".
In primo luogo si dice sia disceso nel regno dell'inferno risalendo gradualmente attraverso il mondo dei fantasmi affamati e più in alto sino al regno degli Dei. Da quel punto gli capitò di guardare in basso e vide stupefatto che, anche se aveva salvato innumerevoli esseri dall'inferno ancora una maggior numero vi si stava riversando. Fu un immenso dolore e per un momento perse la fede nel suo nobile voto ed il suo corpo esplose in mille pezzi. Nella sua disperazione chiamò in aiuto tutti i Buddha. L'aiuto si manifestò e venne da ogni parte dell'universo, come dice un testo, sotto forma di leggera tormenta di fiocchi di neve. Con il loro immenso potere i Buddha lo ricomposero nella sua completezza e da allora Avalokiteshvara ebbe undici teste e mille braccia e sul palmo di ogni mano vi era un occhio a significare quell'insieme di saggezza e nobiltà che contraddistinguono la vera compassione. In questa forma era ancora più splendente e più forte per poter aiutare tutti gli esseri. La sua compassione si sviluppò ancora più intensamente ripetendo questo voto davanti ai Buddha: " Non potrò uscire dal Samsara sino a quando tutti gli esseri senzienti non avranno raggiunto l'illuminazione". Si dice che per il dispiacere ed il dolore del Samsara dai suoi occhi sgorgarono due lacrime, con la benedizione dei Buddha si trasformarono in due Tara. Una Tara nella forma verde che rappresenta la forza attiva della compassione e l'altra Tara nella forma bianca che rappresenta l'aspetto materno della compassione. Tara significa "Colei che libera - Colei che ci accompagna attraverso l'oceano del Samsara".
Nel Mahayana Sutra vi è scritto che Avaloketeshvara ha donato il suo Mantra al Buddha e Buddha, a sua volta, gli ha assegnato il suo speciale e nobile incarico di aiutare tutti gli esseri dell'universo a raggiungere l'illuminazione. In quel momento su di loro discesero fiori, la terra tremò e nell'aria echeggiò il Mantra "OM MANI PADME HUM".

giovedì 9 giugno 2011

Breve biografia di Padmasambhava - Jamgön Kongtrul I (Lodrö Thaye)


Questa breve storia della vita di Padmasambhava, chiamato anche Guru Rinpoche o Padmakara, è tratta dalla Preziosa ghirlanda di lapislazzuli, una raccolta di biografie dei 108 tertön principali scritta da Jamgön Kongtrul I, che si trova nel primo volume del suo Rinchen terdzo.

Padmakara ha influito su innumerevoli esseri per mezzo degli insegnamenti vajrayana e in particolare grazie all’attività dei profondi tesori terma. Questo grande maestro non era una persona ordinaria che aveva intrapreso il sentiero, o un essere nobile su uno dei bhumi del bodhisattva, ma un’emanazione del Buddha Amitabha e Shakyamuni contemporaneamente, che apparve per domare gli esseri umani e gli spiriti difficili da convertire.

Neppure i grandi bodhisattva sono in grado di spiegare completamente la sua vita esemplare, tuttavia la narrerò brevemente come segue.
Nel regno dharmakaya della Luminosa Essenza Vajra, Guru Rinpoche ha ottenuto per natura la perfetta Illuminazione fin dal primo inizio, in quanto base liberata della purezza primordiale. È conosciuto come il protettore originale, Luce Immutabile. Nel regno sambhogakaya automanifestato del Rombo del Tamburo della Perfezione, si manifestò spontaneamente come la saggezza illimitata delle 5 famiglie del Buddha Immenso Oceano che possiedono le 5 certezze. Come manifestazione esterna di questa apparizione, nelle innumerevoli manifestazioni di forme corporee nei campi di Buddha delle 5 famiglie, compresi i regni naturali nirmanakaya semimanifestati di Mahabrahma, egli appare a tutti i bodhisattva dei 10 bhumi. Dal momento che tutti questi sono nuvole della manifestazione della saggezza di Guru Rinpoche, la “ruota inesauribile dell’ornamento’’, egli è conosciuto come il Loto che Tutto Regge.
Per la forza di queste apparizioni di saggezza egli si manifesta nei mondi innumerevoli delle 10 direzioni come apparenza magica dei nirmanakaya che domano gli esseri. In particolare, si insegna che in questo sistema di mondi saha egli illumina 50 mondi con la lampada degli insegnamenti dei Sutra e Tantra, apparendo come le 8 manifestazioni per domare gli esseri in diverse parti del mondo.
La dakini Yeshe Tsogyal ebbe una visione nella quale vide una manifestazione di Guru Rinpoche chiamata Immenso Oceano Vajra nella direzione dell’est. Ciascun poro del suo corpo conteneva un miliardo di regni e in ogni regno c’erano un miliardo di sistemi di mondi. In ciascuno di questi sistemi di mondi c’erano un miliardo di Guru Rinpoche, ciascuno dei quali creava un miliardo di emanazioni. Ciascuna di queste emanazioni esercitava l’attività di domare un miliardo di discepoli. Poi vide la stessa apparizione in ciascuna delle altre direzioni e al centro.
In questo mondo di Jambudvipa, Guru Rinpoche è conosciuto come un solo nirmanakaya che doma gli esseri(1), ma a seconda delle diverse doti e capacità delle persone, è percepito in vari modi.
La storia della Trasmissione orale di Kilaya e molte fonti indiane narrano che nacque come figlio di un re o di un ministro dell’Oddiyana, mentre la maggior parte dei tesoriterma raccontano che ebbe una nascita miracolosa. Secondo alcuni testi, apparve da un fulmine sulla vetta del Monte Malaya. Ognuna di queste storie miracolose presenta molte differenze. In effetti è un argomento che oltrepassa la portata dell’intelletto delle persone ordinarie. Ora limiterò la spiegazione a un semplice seme, la vita di Guru Rinpoche in seguito alla nascita miracolosa come appare negli insegnamenti terma.
Nel paese di Oddiyana, situato a ovest di Bodhgaya, c’era un’isola sul lago Danakosha, sulla quale, per le benedizioni dei Buddha, apparve un fiore di loto multicolore. Il Buddha Amitabha dal centro del suo cuore emanò un vajra d’oro segnato con la lettera hrih dentro il bocciolo di questo fiore di loto, che miracolosamente si trasformò in un bambino di otto anni che teneva un vajra e un loto, ornato dei segni maggiori e minori. Il bambino rimase sull’isola e insegnava il profondo Dharma ai deva e alle dakini.
A quel tempo, Indrabodhi, re di Oddiyana, era senza figli. Aveva già esaurito il tesoro reale facendo offerte ai Tre Gioielli ed elemosine ai poveri. Come ultima risorsa, per trovare il gioiello che esaudisce i desideri, si imbarcò per una traversata del grande lago, insieme al suo ministro Krishnadhara. Al ritorno, prima Krishnadhara e poi Indrabodhi incontrarono il bambino miracoloso. Il re considerò che le sue preghiere fossero state esaudite e lo portò con sé a palazzo, dove ricevette il nome di Padmakara, il Nato dal Loto. Padmakara fu posto su un trono fatto di pietre preziose e i sudditi gli fecero ricche offerte.
Il principe crebbe, portando innumerevoli esseri a maturazione per mezzo delle sue attività giovanili e delle sue gare. Sposò Prabhadhari e resse il regno di Oddiyana secondo il Dharma. Allora sentì che non sarebbe stato in grado di compiere il beneficio immenso nei confronti degli esseri se avesse continuato a governare un regno, perciò chiese a Indrabodhi il permesso di andarsene, che gli fu negato. In un atto giocoso, finse allora che il tridente gli scivolasse dalle mani; cadde e uccise il figlio di un suo ministro. Così fu condannato a essere scacciato in un carnaio. Rimase nel Fresco Boschetto, nella Foresta Gioiosa e a Sosaling, dedicandosi alle discipline yoga. In questo periodo ricevette potenziamenti e benedizioni dalle due dakini Domatrice di Mara e Sostenitrice di Beatitudine. Quando ebbe al suo comando tutte le dakini dei carnai, fu chiamato Shantarakshita.
Padmakara ritornò a Oddiyana, sull’isola in mezzo al lago, dove praticò il Mantra Segreto e il linguaggio simbolico delle dakini, per mezzo del quale ebbe al suo comando le dakini dell’isola. In seguito praticò nella Foresta Accidentata ed ebbe una visione di Vajrayogini. Vincolò con un giuramento tutti i naga dei laghi e gli spiriti planetari e ricevette poteri soprannaturali da tutti i daka e le dakini. Così divenne famoso come Dorje Drakpo Tsal (Potere Irato Vajra).
In seguito si recò al trono vajra a Bodhgaya, dove compì molti miracoli. La gente gli chiedeva chi fosse, e quando rispondeva di essere un Buddha automanifestato, non gli credevano, ma al contrario lo deridevano. Avendo compreso che c’erano molti motivi per avere un maestro, andò a Sahor, dove fu ordinato da Prabhahasti e prese il nome di Shakya Senge. Ricevette 18 volte gli insegnamenti sullo Yoga Tantra ed ebbe visioni delle divinità. Dopo di che andò dalla maestra Kungamo, che era la dakini di saggezza Guhya Jnana apparsa sotto le sembianze di una monaca. Le chiese il potenziamento, e Kungamo lo trasformò nella lettera hung, lo ingoiò e poi lo espulse dal suo loto. All’interno del suo corpo gli furono conferiti tutti i potenziamenti esterni, interni e segreti e fu purificato dalle tre oscurazioni.
Successivamente incontrò gli otto grandi vidyadhara e ricevette le Otto Sadhana. Ricevette la Maya Jala dal grande maestro Buddha Guhya e lo Dzogchen da Shri Singha. In questo modo studiò e ricevette tutti i Sutra, i Tantra e le scienze da numerosi maestri eruditi e realizzati dell’India. Diventò un adepto imparando un argomento una volta sola ed ebbe visioni di tutte le divinità senza nemmeno praticare. A quel tempo era chiamato Loden Chokse, e manifestò il modo per perfezionare il livello vidyadhara di maturazione.
Poi andò nel paese di Sahor, dove magnetizzò Mandarava, una dakini qualificata che era figlia del re Vihardhara. La prese come supporto di sadhana e praticarono per tre mesi nella grotta di Maratika, dopo di che apparve loro il Buddha Amitayus in persona, conferendo loro il potenziamento e la benedizione di essere inseparabili da lui. Ricevettero un miliardo di Tantra della lunga vita e realizzarono il livello vidyadhara della padronanza della vita. Avendo ottenuto il corpo vajra al di là di nascita e morte, ritornarono a insegnare nel regno di Sahor. Mentre chiedevano l’elemosina, furono arrestati dal re e dai ministri e mandati al rogo. Il maestro e la sua consorte ispirarono la fede compiendo il miracolo di trasformare il rogo in un fresco lago, al centro del quale erano seduti su un fiore di loto. Fecero in modo che tutta la popolazione si dedicasse alla pratica del Dharma e la stabilirono nello stato che è al di là della ricaduta nel samsara.
Padmakara in seguito tornò a convertire il popolo di Oddiyana. Mentre chiedeva l’elemosina, lo riconobbero e fu condannato a bruciare su una grande pira di legno di sandalo. Di nuovo, il maestro e la sua consorte riapparvero illesi su un fiore di loto al centro di un lago, indossando una ghirlanda di teschi, simbolo della liberazione di tutti gli esseri dal samsara. Avendo mostrato questo miracolo, diventò Padma Thotreng Tsal (Potente Loto della Ghirlanda di Teschi). Rimase in Oddiyana per 13 anni come maestro del re e stabilì tutto il regno nella pratica del Dharma. In questo periodo diede il potenziamento e gli insegnamenti di Kadue Chokyi Gyamtso, l’Oceano del Dharma che Incarna tutti gli Insegnamenti, per mezzo del quale il re, la regina e tutti coloro che erano predestinati realizzarono il livello supremo del vidyadhara. Allora prese il nome di Padma Raja (Re del Loto).
In accordo con una profezia contenuta nel Sutra sulla percezione magica, Padmakara si trasformò nel monaco Wangpo De per convertire il re Ashoka. Avendo stabilito il re Ashoka in una fede incrollabile, in una sola notte eresse in questo mondo un milione di stupa contenenti le reliquie del Tathagata. Inoltre soggiogò diversi maestri non buddhisti e fu avvelenato da un re, ma restò illeso. Quando poi fu gettato nel fiume, lo fece scorrere contro corrente e danzò sospeso a mezz’aria. Per tutto ciò fu conosciuto come Potente Giovane Garuda.
Inoltre, Padmakara si manifestò sotto forma dell’Acharya Padmavajra, il maestro che rivelò lo Hevajra Tantra, e come il brahmino Saraha, Dombi Heruka, Virupa, Kalacharya e molti altri siddha. Praticò nei grandi carnai, dove insegnò il Mantra Segreto alle dakini. Soggiogò gli spiriti mondani esterni e interni e li nominò protettori del Dharma. In quel tempo fu chiamato Nyima Oser.
Quando 500 maestri non buddhisti furono sul punto di sconfiggere il Dharma in un dibattito a Bodhgaya, Padmakara li sfidò e risultò vincitore. Alcuni maestri fecero ricorso alla magia nera, ma Padmakara li sbaragliò per mezzo di un mantra irato rivelato dalla dakini Domatrice di Mara. Gli altri si convertirono al Buddhismo e lo stendardo del Dharma fu innalzato fino al cielo. A quel tempo si chiamò Senge Dradrok. A questo punto aveva esaurito le tre contaminazioni e si stabilì nel livello vidyadhara della padronanza della vita, lo stadio in cui il sentiero supremo è completamente perfezionato.
Diretto alla grotta di Yanglesho, che si trova tra l’India e il Nepal, incontrò Shakya Devi, figlia di un re nepalese, che accettò come suo supporto di sadhana e consorte. Mentre praticava il Vishuddha Heruka tre potenti spiriti crearono degli ostacoli, impedendo la pioggia per tre anni e provocando epidemie e carestie. Padmakara inviò dei messaggeri in India chiedendo ai suoi maestri un insegnamento che potesse contrastare questi ostacoli. Due uomini ritornarono portando i testi di Kilaya, e gli ostacoli furono pacificati spontaneamente nel momento stesso in cui giunsero in Nepal. In seguito, Padmakara e la sua consorte ottennero la siddhi suprema e dimorarono nel livello vidyadhara della Mahamudra.
Guru Rinpoche percepiva che la pratica del Vishuddha Heruka porta grandi realizzazioni. Ma questa pratica è simile a un mercante viaggiatore che incontra molti ostacoli, mentre Kilaya è come la sua scorta indispensabile. A motivo di questo collegamento Guru Rinpoche compose molte sadhana che combinano i due heruka. In questo luogo vincolò anche sotto giuramento i 16 protettori mondani di Vajra Kilaya.
Padmakara visitò altri regni dell’antichità, dove insegnò il Dharma: Hurmudzu nelle vicinanze dell’Oddiyana, Sikojhara, Dharmakosha, Rugma, Tirahuti, Kamarupa e Kancha, così come molti altri. Non è certo se visitò il paese di Droding, ma gli insegnamenti tantrici che vi diede su Hevajra, Guhyachandra Bindu, Vishuddha, Hayagriva, Kilaya e Mamo continuano ancora oggi.
In generale si considera che Padmakara abbia vissuto in India per 3.600 anni, essendo di beneficio per gli insegnamenti e gli esseri. Ma sembra che per gli eruditi questa durata sia solo una generalizzazione.
Per convertire le popolazioni della Mongolia e della Cina, Padmakara si emanò sotto forma del re Ngonshe Chen e dello yogi Tobden. Inoltre apparve nel paese di Shangshung come il bambino Tavi Hricha, nato miracolosamente, che diede le istruzioni sul lignaggio Dzogchen e condusse molti validi discepoli alla realizzazione del corpo di arcobaleno.
Così, l’attività di Padmakara per condurre gli esseri umani sul sentiero della liberazione apparendo in vari luoghi, sotto diverse forme e parlando varie lingue, è senza dubbio incommensurabile.
Ora descriverò come Padmakara giunse qui in Tibet. Il re Trisong Deutsen, in sé un’emanazione di Manjushri, a vent’anni espresse la forte aspirazione di diffondere gli insegnamenti sacri del Dharma. Invitò il Khenpo Bodhisattva(2) dall’India, che insegnò l’origine dipendente e le 10 azioni virtuose. Un anno dopo posero le fondamenta di un grande tempio, ma gli spiriti del Tibet crearono ostacoli e impedirono la costruzione. Seguendo la predizione del Khenpo, il re inviò cinque messaggeri per invitare il grande maestro Padmakara. Avendo la precognizione ditutto ciò, Padmakara si era già recato in Mangyul, tra Nepal e Tibet. Sul cammino verso il Tibet centrale passò per Ngari, Tsang e Dokham, visitando miracolosamente tutti i distretti e vincolando sotto giuramento le 12 dee Tenma, i 13 Gurlha e i 21 Genyen, così come molti altri spiriti potenti.
Nella Foresta di Tamerici, presso la Roccia Rossa, incontrò il re del Tibet e proseguì in cima a Hepori per soggiogare gli dei e i demoni. Pose le fondamenta di Samye e vigilò fino al suo completamento, facendo lavorare anche gli dei e i demoni che prima avevano ostacolato la costruzione. In cinque anni furono terminati i lavori del complesso sacro del Glorioso Samye, il Vihara Immutabile e Spontaneamente Compiuto, con i tre templi delle regine, il tutto costruito a somiglianza del Monte Sumeru circondato dai quattro continenti, otto subcontinenti, il sole, la luna e la cerchia di montagne di ferro. Durante la cerimonia di consacrazione avvennero cinque segni miracolosi.
In seguito il re volle far tradurre le scritture e stabilire il Dharma, così fece studiare molti ragazzi tibetani intelligenti perché diventassero traduttori. Invitando altri maestri del Tripitaka dall’India, fece ordinare i primi sette monaci dal Khenpo per costituire gradualmente il sangha ordinato. Il Khenpo Bodhisattva e Padmakara con gli altri pandit, insieme a Vairochana, Kawa Paltseg, Chog-ro Lui Gyaltsen e gli altri traduttori tradussero in tibetano tutte le scritture buddhiste esistenti dei Sutra e Tantra, insieme alla maggior parte dei trattati di spiegazione.
Vairochana e Namkhai Nyingpo furono inviati in India, dove Vairochana studiò lo Dzogchen con Shri Singha mentre Namkhai Nyingpo ricevette gli insegnamenti sullo Heruka Vishuddha dal grande maestro Hungkara. Tutti e due ottennero la realizzazione e diffusero gli insegnamenti in Tibet.
Il re Trisong Deutsen poi richiese potenziamenti e istruzioni a Padmakara. A Chimphu, l’eremitaggio sopra Samye, il grande maestro svelò il mandala delle 8 sadhana dell’Heruka, a cui iniziò nove discepoli principali, tra cui il re. A ognuno fu affidata una trasmissione specifica e tutti e nove ottennero le siddhi praticando gli insegnamenti.
A Lhodrak, Tidro e molti altri luoghi, Padmakara diede innumerevoli altri profondi e straordinari insegnamenti connessi con i tre Tantra interni a molti studenti predestinati, primi tra tutti il re e i suoi figli e i 25 discepoli.
Guru Rinpoche restò in Tibet per 55 anni e sei mesi, 48 anni mentre era ancora vivo il re e sette anni e sei mesi dopo. Arrivò quando il re aveva 21 anni (810 d.C.). Il re morì a 69 anni. Padmakara rimase in Tibet ancora qualche anno prima di partire per il paese dei raksha.
Padmakara visitò di persona le 20 montagne di neve di Ngari, i 21 luoghi di pratica del Tibet centrale e di Tsang, i 25 luoghi del Dokham, le tre valli nascoste e molte altre località, ognuna delle quali fu benedetta come un luogo sacro di pratica. Sapendo che un discendente del re avrebbe poi cercato di distruggere il Buddhismo in Tibet, fece molte predizioni per il futuro. In accordo con il re e i suoi discepoli più stretti, Padmakara nascose innumerevoli insegnamenti terma capeggiati dagli 8 tesori personali del re, i 5 grandi tesori della mente e i 25 tesori profondi. I motivi che lo spinsero a nascondere questi terma furono: impedire la distruzione degli insegnamenti del Mantra Segreto, evitare la corruzione del Vajrayana o la sua modifica da parte di intellettuali, mantenere le benedizioni ed essere di beneficio ai discepoli futuri. Per ognuno di questi tesori nascosti, Padmakara predisse il momento della sua rivelazione, la persona che lo avrebbe svelato e coloro che erano predestinati a riceverlo e a detenere gli insegnamenti. Si manifestò nella forma irata e terrificante della pazza saggezza nei 13 luoghi chiamati il Nido della Tigre, vincolando tutti gli spiriti mondani sotto giuramento al servizio del Dharma, e affidò loro la sorveglianza dei tesori terma. A quel tempo fu chiamato Dorje Drollo.
Per ispirare la fede alle generazioni future, lasciò l’impronta del suo corpo a Bumthang, impronte delle sue mani a Namtso Chugmo e le sue orme a Paro Drakar, così come in innumerevoli altri luoghi di pratica.
Dopo la morte del re Trisong Deutsen, Padmakara pose sul trono Mutig Tsenpo. Compì un drubchen a Tramdruk, dove affidò i profondi insegnamenti a Gyalse Lhaje, il secondo principe e gli predisse che sarebbe stato di beneficio agli esseri diventando il rivelatore dei tesori nascosti per 13 vite successive(3).
È impossibile contare esattamente quanti studenti in Tibet ricevettero potenziamenti da Padmakara in persona, ma i più famosi sono i 25 discepoli originali, i 25 discepoli intermedi e i successivi 17 e 21 discepoli. Ci furono 80 dei suoi allievi che realizzarono il corpo di arcobaleno a Yerpa e anche i 108 meditanti a Chuwori, i 30 tantrika a Yangdzong e i 55 realizzati a Sheldrag. Tra le discepole, ci furono le 25 dakini e le 7 yogini. Molti di questi discepoli avevano dei lignaggi di sangue che continuano ancora oggi.
Quando fu sul punto di partire per il paese dei raksha a sud-ovest, il re, i ministri e tutti i discepoli cercarono di dissuaderlo, ma senza risultati. Diede a ciascuno di loro consigli e insegnamenti e se ne andò dal passo di Gungthang, in sella a un cavallo o a un leone, accompagnato da innumerevoli esseri divini che porgevano offerte. Sulla vetta della Gloriosa Montagna Color Rame sul continente di Chamara, liberò Raksha Thotreng, il re dei raksha, e ne assunse la forma. Dopo di che, creò miracolosamente il palazzo della Luce di Loto, dotato di decorazioni inimmaginabili ed emanò anche una replica di se stesso su ciascuna delle otto isole circostanti, dove risiedono come re, insegnando le 8 sadhana dell’Heruka.
Al momento presente egli dimora sul livello vidyadhara della presenza spontanea nella forma del reggente del Vajradhara, incrollabile finché rimarrà il samsara. Pieno di compassione, invia sue emanazioni per essere di beneficio agli esseri. Anche dopo che gli insegnamenti del Vinaya saranno scomparsi, egli apparirà tra i praticanti tantrici. Ci saranno molti discepoli predestinati che otterranno il corpo di arcobaleno. In futuro, quando il Buddha Maitreya apparirà in questo mondo, Padmakara sarà emanato come Drowa Kundul per diffondere gli insegnamenti del Mantra Segreto a tutti coloro che ne sono degni.

Questa breve biografia non è che una narrazione parziale che si conforma a ciò che fu percepito da alcuni studenti ordinari(4) .

------- ***

(1). Un “nirmanakaya che doma gli esseri’’ appare nei sei regni del samsara, diversamente da un’emanazione in un regno naturale nirmanakaya come Sukhavati, la terra pura del Buddha Amitabha. (torna)

(2). Il Khenpo Bodhisattva di solito è conosciuto con il nome di Shantarakshita, il maestro indiano che ordinò i primi monaci in Tibet. (torna)

(3). La tredicesima incarnazione fu il grande rivelatore di tesori Chokgyur Lingpa. (torna)

(4). Jamgon Kontrul stesso fu una reincarnazione del traduttore Vairocana. Ebbe molte visioni di Guru Rinpoche e fu anche un rivelatore degli insegnamenti terma.