domenica 7 novembre 2010

Il risveglio di Siddhartha - Parte II

Siddhartha si sedette nella posizione del loto e osservò il fiume scorrere tranquillamente, mentre una leggera brezza faceva stormire l'erba lungo la riva. Nell'oscurità la foresta era quieta, sebbene brulicante di vita. Migliaia di insetti turbinavano attorno a lui. Egli focalizzo' la sua coscienza sulla respirazione e chiuse dolcemente gli occhi, mentre la stella della sera appariva nel cielo.

Grazie alla Totale Consapevolezza, la mente, il corpo e il respiro di Siddhartha erano divenuti una cosa sola. La sua pratica gli consentiva di sviluppare grandi poteri di concentrazione che egli utilizzava per proiettare la luce della sua coscienza sul suo corpo e sul suo spirito. A uno stadio meditativo più  profondo, percepì'la presenza di molteplici esseri nel proprio corpo: vite organiche e inorganiche, minerali, schiume, erbe, insetti, animali ed anche umani. Vide che, nello stesso istante, altri esseri parimenti lo contenevano ed ebbe la visione delle proprie vite passate, di tutte le sue nascite e di tutte le sue morti. Assistette alla creazione e alla distruzione di migliaia di mondi e di altrettante stelle. Senti' in sè le pene e le gioie di ciascun essere vivente, nati da una madre, da un uovo, dalla scissione, dividendosi essi stessi a loro volta in nuove creature. Ciascuna cellula del suo corpo conteneva il Cielo e la Terra e viaggiava attraverso i tre tempi: il passato, il presente e il futuro. Questa fu la sua prima visione della notte.

Gotama conobbe successivamente una fase ancora più profonda di meditazione. Vide innumerevoli mondi nascere e scomparire, infiniti esseri attraversare miliardi di nascite e di morti. Si rese conto che tali avvenimenti non erano altro che fenomeni esteriori e irreali, paragonabili ai milioni di onde che si formano e scompaiono sulla superficie del mare eterno. Se le onde avessero compreso di non essere altro che acqua, avrebbero superato la nozione di nascita e di morte e avrebbero conosciuto la vera pace interiore, sbarazzandosi in tal modo di ogni paura. Tale rivelazione permise a Gotama di trascendere il ciclo delle nascite e delle morti ed egli sorrise. Il suo sorriso era simile a un fiore che s'apriva in quella notte profonda, illuminandosi di un alone di luce. Era il sorriso della comprensione sublime, l'intuizione della purificazione da ogni macchia. Questa fu la sua seconda visione.

Proprio in quel momento, scoppiò un temporale, alcuni lampi squarciarono il cielo, pesanti nubi nere nascosero la luna e le stelle, la pioggia cadde. Gotama, bagnato fino alle ossa, non si mosse e prosegui'nella meditazione.

Senza esitazioni, proiettò la luce della sua coscienza sul suo spirito. Vide che tutti gli esseri umani soffrivano, non riconoscendo di prendere parte a una medesima realtà, insieme a tutte le altre creature. L'ignoranza faceva sorgere un'infinità di dispiaceri, di confusione, di problemi e causava l'avidità, la collera, l'arroganza, il dubbio, la gelosia e la paura. Imparando a pacificare il nostro spirito, allo scopo di osservare profondamente la vera natura di ogni cosa, noi possiamo raggiungere la perfetta comprensione che dissolve pene ed angosce, e genera accettazione e amore.

Gotama si rese conto che la comprensione e l'amore non erano che una sola cosa. Senza comprensione, non può esservi vero amore. La personalità di ciascun individuo è formata da fattori fisici, emozionali e sociali. Se comprendiamo questo, non odieremo più persino chi si comporta con crudeltà e potremo aiutarlo a trasformare i suoi fattori fisici, emozionali e sociali. La comprensione ha per corollario la compassione e l'amore che, a loro volta, conducono alla giusta azione. Per amare, occorre innanzi tutto comprendere.

La chiave della liberazione è la giusta comprensione. Per conseguirla, occorre vivere in Totale Consapevolezza, a contatto diretto con la vita nel momento presente, osservando ciò che accade esattamente, in noi e attorno a noi. La Totale Consapevolezza rafforza la nostra capacità di praticare l'osservazione profonda. Quando noi riusciamo a penetrare con intensità nel cuore delle cose, queste ci si rivelano. Il tesoro segreto della Totale Consapevolezza allora ci appare e ci conduce alla liberazione e al Risveglio. Grazie alla comprensione, al pensiero, alla parola, all'azione, alla vita, allo sforzo, alla coscienza e alla concentrazione giuste, l'esistenza diviene radiosa. Siddhartha diede a tale via il nome di Nobile Sentiero: aryamarga.

Osservando in profondità il cuore di tutti gli esseri, Siddhartha ebbe la visione precisa dello stato di spirito in cui si trovavano. Fu capace di comprendere le loro grida di sofferenza e di gioia. Raggiunse i livelli della visione e dell'udito divini, acquisì la capacità di viaggiare in ogni direzione senza spostarsi. Giunse adesso alla fine della terza tappa. Il temporale era cessato. Le nuvole si diradarono, per lasciar brillare la luce pallida della luna e delle stelle.

Gotama sentì aprirsi la prigione, in cui era stato confinato durante le sue migliaia di esistenze. La sua guardiana, l'ignoranza, gli aveva offuscato la mente con fitti veli. Essa, ingannata da incessanti pensieri illusori, aveva falsamente diviso la realtà in soggetto e oggetto, in me e altri, in esistenza e non-esistenza, in nascita e morte. Da queste false concezioni era nata l'illusione della prigionia nella trappola delle sensazioni, dei desideri insaziabili, dell'avidità' del guadagno e del divenire. Le sofferenze causate dalla nascita, dalla vecchiaia, dalla malattia e dalla morte avevano contribuito a consolidare le mura di questo carcere. L'unica reazione davvero efficace consisteva nell'agguantare la guardiana di questa prigione, per comprenderne la vera natura. Il solo metodo capace di sconfiggerla era il Sentiero delle Otto Giuste Pratiche. Una volta debellata la carceriera, anche la prigione sarebbe scomparsa, per sempre.

L'asceta Gotama sorrise e pensò: O guardiana, ora ti vedo. Per quante vite mi hai tenuto nella cella della nascita e della morte ? Adesso, distinguo chiaramente i tuoi tratti, non potrai costruire mai più mura attorno a me.

Alzando lo sguardo, Siddhartha vide la stella del mattino all'orizzonte, che scintillava come un gigantesco diamante. L'aveva osservata ripetutamente. In quel giorno, gli pareva di scoprirla per la prima volta. Lo spettacolo era così abbagliante da essere la manifestazione dell'Illuminazione. Siddhartha restò a contemplare la stella e si disse, colmo di compassione:

Tutti gli esseri possiedono i semi del Risveglio. Purtuttavia, essi annegano nell'oceano delle nascite e delle morti attraverso innumerevoli esistenze !

Aveva realizzato la Via suprema e raggiunto lo scopo. Adesso, il suo corpo conosceva la pace e la gioia. Pensò a tutti gli anni di ricerca segnati da delusioni e cimenti. Pensò al padre, alla madre, alla zia, a Yasodhara, a Rahula, a tutti gli amici. Rivide il palazzo, Kapilavastu, il suo popolo e il suo paese e tutti coloro che sopportavano privazioni e soffrivano la povertà, specialmente i bambini. Si fece la promessa di mettere a disposizione di tutti la sua scoperta, per aiutare gli esseri a liberarsi da soli delle loro sofferenze. Dal profondo di sè sgorgò un amore senza limiti per tutta l'umanità.

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