mercoledì 22 dicembre 2010

Comprendere nell'esperienza - Lama Denys Rinpoce

Si tratta dunque di partire da dove siamo. Ciò è estremamente importante,perché molti approcci e pratiche del Dharma costruiscono delle sovrastrutture che non hanno molto a che vedere con ciò che si è, là dove si è.
Si vedono spesso praticanti abbandonarsi ad ogni sorta di considerazioni, di idee, mentre il rapporto tra tutto questo e l’istante, il loro vissuto presente, non sono evidenti. Il Dharma, allora, diventa una specie di imbellettamento: qualcosa di artificiale e superficiale; l’insegnamento non viene veramente vissuto, non entra nel cuore e non viene integrato.
È verso quest’integrazione che cerchiamo di andare progressivamente, considerandoci dei principianti. Io so che alcuni di voi hanno dieci anni o più di pratica del Dharma, ma poiché la mente-cuore fondamentale è quella del principiante, accettiamo di esserlo.
Il principio che prenderemo come filo conduttore è quello di congiungere comprensione ed esperienza. È per questo che il titolo scelto è «Comprendere nell’esperienza». Utilizzeremo inevitabilmente parole e concetti, cercando tuttavia di far corrispondere le nozioni introdotte ad un vissuto, perché ci sia ogni volta un legame tra una nozione, un concetto e l’esperienza.
Quando si usa una parola bisogna dunque che questa non sia soltanto un suono ma abbia per noi una tonalità, una sostanza vissuta. Allorché ad esempio parleremo di «apertura», saremo portati in vari modi a collegare la comprensione di questa parola ad un’esperienza, vale a dire a vivere il significato di ciò che è «aperto».
Per unire così comprensione ed esperienza, faremo certamente meditazione seduta, faremo śamatha-vipaśyana, ma utilizzeremo anche taluni particolari esercizi. Faremo ricorso ad esercizi derivati tanto dall’ambito tibetano che da quello occidentale.


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